mercoledì 30 gennaio 2013

Africanistan

Grazie alla guerra francese in Mali è comparsa recentemente anche in Italia l'espressione Africanistan, che fa riferimento al rischio che il conflitto duri diversi mesi o anni, senza risolvere realmente la situazione. Si tratta, ovviamente, di una parola macedonia costituita da Africa (o anche da africano) e da Afghanistan. Insomma, il Mali come l'Afghanistan della Francia. Non sono riuscito a trovare esattamente l'origine di questa espressione, ma è sicuro che si trova, ad esempio, in alcuni siti africani francofoni già dall'estate scorsa. E' possibile che sia nata quindi in francese. Naturalmente, la sua creazione è stata facilitata non soltanto dal fatto che si possono unire la sequenza -an- di africano e quella di Afghanistan, ma anche dall'iniziale comune Af-. Ancora meglio ha fatto l'Economist, che ha titolato la copertina del suo numero della settimana scorsa Afrighanistan, che anche graficamente è più vicino ad Afghanistan. E' difficile dire quale delle due forme sia la più diffusa in inglese, ma è certo che esiste anche Africanistan. In italiano, invece, la forma con la c mi sembra avere avuto più successo, forse anche perché quella con la g ricorda troppo la pseudo-pronuncia africana che oggi è assai poco politically correct. 

In questo caso il (se così si può dire) suffisso -(i)stan rimanda unicamente ad Afghanistan e sta a significare, appunto, una guerra lunga, inconcludente e che consuma chi la conduce. Originariamente, però, -stan è un suffisso persiano che significa 'terra', 'paese' e, come si sa, è usato nei nomi di diversi paesi e regioni dell'Asia centrale (anche abbastanza recenti come Pakistan). Wikipedia ha un'entrata specifica per questo suffisso e elenca qualche decina di nomi di paesi, reali o fittizi, che lo contengono. Tra quelli inventati uno dei più famosi è Londonistan, creato per riferirsi alla comunità islamica di Londra, ma se andiamo a cercare sulla Rete troviamo diversi altri -(i)stan, tra cui ad esempio Parisistan, Berlinistan o, per restare a casa nostra, Milanistan e anche Italistan.

martedì 29 gennaio 2013

Per cominciare...

Da qualche anno, non sempre con costanza, scrivo di vari argomenti su questo blog, e recentemente ho incominciato a scrivere sul blog della rivista Radici, che ha pure pubblicato il mio libro sulla storia della lingua italiana. Mi è capitato spesso di scrivere post su parole strane, neologismi, invenzioni lessicali che il mio lavoro, la curiosità o la frequentazione dei giornali e della rete mi facevano trovare. Ho scritto ad esempio di melafoninofantuttoni, affiumaggio, veltronellum, typo-squatting, googlonimi... Tutte parole che avevo trovato girando su Internet o sui giornali. Perché la creatività lessicale è sempre esistita, ma sicuramente l'avvento di Internet, soprattutto nella sua versione interattiva (blog, forum, twitter e compagnia) l'ha moltiplicata e ingigantita. Fino a una ventina di anni fa chi era appassionato di neologismi metteva magari mesi o anni a trovare quello che adesso si trova in pochi secondi e due clic su Internet. Sempre lo stesso interesse per le bizzarrie, o semplicemente le novità, lessicali mi ha spinto a creare questo wiki di neologismi che prima o poi mi deciderò a rendere presentabile per farne un "lancio" in grande stile. Però, non tutte le parole che avevo trovato posseggono i criteri per essere ammesse in Neologismi, e nei blog parlo e ho parlato anche di altre cose, e me ne rimane sempre qualcuna interessante da commentare. Mi sembra che queste parole - ne trovo delle nuove quasi ogni giorno - meritino uno spazio a sé. Non sarà né un dizionario di neologismi né un Dizionarietto di parole del futuro. Non parlerò cioè solo delle parole che sono rimaste né di quelle (casomai ne fossi capace) che avranno successo, ma semplicemente di quelle che troverò, mi colpiranno e sulle quali avrò qualcosa - spero - di interessante da dire.